Aprire un paese è un concetto che richiama immediatamente un’operazione piuttosto fisica. Aprire le piazze, i cortili, la porta delle stalle o di ciò che resta, spalancare i portoni delle case. Insomma rendere accessibili degli spazi reali che altrimenti, normalmente non lo sarebbero. Ma questa azione, come si diceva confinata ad un piano fisico, pratico, si presta ad essere completamente trasposta.
Cerco di spiegarmi.
Vediamo. Forse il modo più semplice è quello di mettere il verbo aprire al riflessivo: aprirsi. Penso che così risulti chiaro già subito che è possibile ripensare il tutto su di un piano più astratto.
Aprire il paese conduce ora ad un’idea personale, interiore: aprirsi, confrontarsi, mettersi in relazione.
Ecco mi pare che questo tipo di approccio sia la sorpresa di questa esperienza di Paesi Aperti. Aprire degli spazi sì, ma soprattutto trovare delle persone disposte ad aprire se stesse, a raccontarsi, ad ascoltarsi, a collaborare, a confrontarsi.
Confronto geografico tra il gruppo folk il Bassanello di S.Martino in Alpago e Nuova Erto, o confronto culturale che trasuda dalla poesia del circolo dialettale “Al Zenpedon” espresso con tanta passione dal maestro Noro, o ancora confronto storico scaturito dai vecchi attrezzi, ormai esposti come reliquie.
Trovare un’identità comune in questo modo è sicuro viatico di coesione: identità geografica, culturale o storica. Non importa bemmeno che si tratti di radici comuni, l’importante è trovare il minimo comune multiplo, quell’elemento, anche unico, che unisce.
E’ questa la chiave di lettura dei Paesi Aperti. Forse un po’ utopistica, d’accordo, ma in questi casi occorre anche saper sognare; e in fondo nemmeno troppo vista la voglia della gente di riscoprire vecchie storie, vecchi mestieri, vecchi sapori dimenticati; cioè di ancorarsi ai valori condivisi, di una volta.
Polpet, come tanti Paesi, ne ha bisogno e d’altronde ne possiede. Certamente S.Andrea. Forse oggi anche un po’ la polenta.
Anche sabato 20 alcuni (pochi) volonterosi si sono recati alla chiesa di San Andrea con lo scopo di riportare a valle il materiale rimasto inutilizzato.
Ancora un piccolo sforzo ed il collante sarà tutto a Polpet.
GLI “HEY” ALLA CENA DI CONDIVISIONE DI SABATO 8 APRILE.
Se la cena di condivisione, proposta sabato scorso 8 aprile dalla commissione Carità del Comitato Pastorale Parrocchiale, è stata una gran bella serata, partecipata da oltre 80 persone, lo si deve anche a quella ventata di entusiasmo e buona musica portata dalla giovanissima band degli “Hey”.
Sabato 13 maggio, nella mattinata sono ripresi i lavori di sistemazione di S.Andrea. Due rappresentanti del consiglio frazionale assieme ad alcuni scout di Polpet sono saliti alla chiesa e, dopo aver fatto un po' di pulizia ed asportato del materiale di riporto a ridosso del muro di sostegno, hanno riportato a valle 9 sacchi di colla che erano rimasti inutilizzati durante i recenti lavori di sistemazione del tetto. Questo lavoro, faticoso, si rende necessario per evitare che il materiale inutilizzato deperisca e finisca per sporcare ed inquinare. Piochè vi sono ancora sacchi da riportare a valle si lancia un appello: Chiunque, armato di buona volontà, voglia contribuire al mantenimento decoroso della chiesa e dell'area, può portare in chiesa a polpet uno o più sacchi. A tutte le persone coinvolte il più sentito ringraziamento.
A questo scopo va segnalato l'exploit fisico del Moro di Venezia, il quale, a dispetto delle origini marittime ha portato a valle due sacchi in due viaggi consecutivi.... congratulazioni
PER TUTTI: SABATO 20 maggio, ore 7,30, altro appuntamento all'imbocco del sentiero di S.Andrea, per un'altra mattinata di lavoro.
MARTEDI’ 4 APRILE ORE 20.30 PRESSO IL BAR SPORT DI NUOVA ERTO Manifestazione “Paesi Aperti” 7 luglio 2006 a Nuova Erto: presentazione e costituzione gruppo di lavoro
Invitati in particolare i cittadini di Nuova Erto.